Michele Fabrizio Ferrarini. Antiquarium sive Antiquitatis Sacrarium (sec. XV)

Ferrarini, frontespizio[1477-1486 ca.]. Membr., cart. l’inserto iniziale aggiunto nei sec. XIX-XX; 333 x 217 mm (c. I); c. I + 8 c. + c. II + 217 c.; autogr., grafia umanistica a inchiostro bruno, didascalie e intestazioni topografiche di città a inchiostro rosso, testo delle iscrizioni in carattere maiuscolo latino e greco; leg. orig. in legno e cuoio con impressioni a secco, tagli dorati e cinque nervature al dorso, sul piatto ant. al centro borchia in metallo con mascherone, sormontata da iscrizione: "DEO ET / VIRTUTI / OMNIA", cantonale sup. esterno con frammento di medaglia o moneta, sul piatto post. al centro borchia in metallo con mascherone, sormontata da iscrizione: "ANTIQUA / RIUM", cantonale inf. esterno con medaglia o moneta.
Collocazione: Mss. Regg. C 398

Il codice, tra i più preziosi della Biblioteca, è una delle più significative sillogi antiquariali del sec. XV ed è ricco di pregevoli disegni illustranti lapidi e monumenti greci e latini sparsi allora per tutta l’Italia e all’estero, molti dei quali sono oggi perduti. Ne è autore Michele Ferrarini, priore dei Carmelitani di Reggio nel 1481, archeologo e umanista che viaggiò a raccogliere egli stesso, per quell’amore dell’antichità che è un tratto saliente della cultura umanistica, gli antichi monumenti, trascrivendoli spesso di sua mano. Il codice è arricchito da uno splendido frontespizio disegnato che nella sua struttura dà conto delle nuove tendenze prospettiche diffuse in tutta Italia, con un impatto illusionistico di grande effetto, aumentato dall’uso sapiente dell’oro in foglia del fondo su cui si staglia la costruzione.

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